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Ingenuità contrattuali

  • Immagine del redattore: Gabriele Dolzadelli
    Gabriele Dolzadelli
  • 29 dic 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

Uno dei problemi più grossi che può incontrare un autore self, sia che abbia in mano un manoscritto ancora inedito oppure si sia già dato da fare ad autopubblicarsi, è quello di non compiere ingenuità di fronte a proposte editoriali e ai relativi contratti.

Questo non è affatto semplice, e non si tratta solamente di una questione di competenze (perché gran parte degli scrittori esordienti non hanno conoscenze giuridiche né hanno esperienza in accordi di questo tipo) ma anche sentimentale.

Possiamo immaginarci, infatti, come si possa sentire uno scrittore una volta che ha completato il suo romanzo. Sarà entusiasta e sprizzerà da tutti i pori la voglia di condividere ciò che è riuscito a produrre. Forse avrà già preso la strada del self, o forse la terrà come ultima spiaggia in caso di rifiuto da parte delle case editrici che ha contattato, ma in linea generale ha comunque il sogno di poter finire un giorno nelle librerie con un prezioso marchio editoriale.

Sappiamo, però, che le case editrici non sono molto veloci a rispondere. In genere ci mettono tra i 5 e i 6 mesi nel dare un proprio responso e molte volte, se negativo, nemmeno te lo danno.

L'attesa può essere snervante se non addirittura scoraggiante.

Questo stato emotivo può portare a compiere delle sciocchezze quando, al contrario, qualche casa editrice si fa viva proponendo la propria offerta. Soprattutto se lo fanno in un breve periodo di tempo e sembrano gli unici a darvi le dovute attenzioni.

Tra questi ci sono:

1) Le case editrici che richiedono contributi (e che in genere si fanno vive dopo solo due settimane da che avete inviato il manoscritto)

2) Case editrici non a pagamento che richiedono più di quello che dovrebbero o potrebbero richiedere.

Mentre per il primo caso sconsiglio vivamente di procedere con una trattativa (ma poi rimane comunque una scelta personale), nel secondo caso ci si può sentire spinti a valutare seriamente la cosa. Ma come dicevo prima può risultare difficile sia per la propria incompetenza e sia per i sentimenti chiamati in causa.

Come si può fare? Si va a fiducia firmando alla cieca sperando di ricavarci qualcosa e confidando nelle buone intenzioni della casa editrice?

Una soluzione migliore c'è. Si tratta dell'associazione "Scrittori in causa".

Qui lascio il link al loro blog con i relativi contatti: http://scrittorincausa.blogspot.it/

In cosa consiste? Si tratta di un'associazione di avvocati e di persone competenti in materia, diretta da Carolina Cutolo, che GRATUITAMENTE si mette a disposizione degli autori per una consulenza in merito ai diritti d'autore, ai contratti editoriali e molto altro.

Avere il loro aiuto è molto semplice. Basta inviare una mail a scrittorincausa@gmail.com spiegando il vostro problema e sarete contattati (in tempi ragionevoli, vista l'enorme richiesta) da un consulente.

Io stesso ho avuto modo di avvalermene e posso testimoniarne la professionalità, la disponibilità e la cortesia.

Dunque, scrittori self, approfittate di questa possibilità. Non potete che giovarne.


 
 
 

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