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Recensione: Trilogia del Silo, di Hugh Howey.

Buongiorno lettori. Oggi ho deciso di inaugurare questa nuova rubrica, dove, a cadenze irregolari, recensirò libri, film e serie tv, che ho visto e letto. Non voglio avere la presunzione di proporvi un'analisi critica e/o professionale. Si tratta semplicemente del parere di un lettore/spettatore di fronte a un prodotto commerciale.

Comincerò da una serie che si è imposta nel mercato degli ultimi anni, ossia la trilogia del Silo di Hugh Howey, composta dai romanzi: Wool, Shift e Dust.

Trama: In un futuro apocalittico, ci troviamo catapultati in un grosso Silo sotterraneo, costruito dagli esseri umani, alcuni secoli precedenti, per sfuggire da un ambiente esterno ostile, contaminato da letali radiazioni causate da una specie di olocausto nucleare. Il Silo è un vero e proprio bunker di sopravvivenza, suddiviso in più di un centinaio di grossi piani. La popolazione (composta da una generazione che ha completamente dimenticato come fosse il mondo prima del disastro) è spartita in classi sociali (i ricchi stanno in alto, i borghesi in mezzo e i poveri in basso) e in tipologia di lavoro (contadini, informatici, dottori ecc...). Il Silo ha anche un Sindaco (per il controllo del Silo e la burocrazia), un capo del Settore Informatico (che ha il controllo dei Server e fa funzionare il tutto) e uno Sceriffo (che controlla la sicurezza del Silo). Tutto si svolge in una routine mirante alla sopravvivenza collettiva, dove ogni persona svolge la propria mansione e chi vi si oppone viene spedito all'esterno in una sorta di condanna a morte. Questo fino al giorno in un cui una donna, nominata Sceriffo, inizia a farsi delle domande scomode e a cercare risposte.

Il libro si può benissimo catalogare come "distopico" visto che si parla di un ambiente futuristico, apocalittico e contraddistinto da una società soggiogata che si ribella al potere. Nonostante appartenga a un genere in voga, si può comunque dire che ha una sua originalità, non avendo nulla in comune con saghe come quella di Hunger Games o Maze Runner. Si possono, piuttosto, trovare analogie con la saga di Divergent, come la suddivisione dei ruoli nell'ambito del lavoro, ma si fermano comunque qui.

A Hugh Howey va, inoltre, anche il merito di essere riuscito a sfondare partendo dal Self Publishing, nel 2011, che non è cosa da poco.

Tornando alla serie, il punto forte dei romanzi è proprio la mitologia. Hugh Howey si destreggia molto bene su delle fondamenta solide, dimostrando di avere chiaro in mente ogni aspetto riguardante la storia del Silo e il suo funzionamento. Questo non solo da un punto di vista strettamente tecnico. Ogni aspetto gestionale, infatti, da parte delle autorità, è sempre motivato da ragioni psicologiche per il controllo delle masse e tutto ciò risulta credibile al lettore. Anche gli eventi e le conseguenze che essi portano, sono logici e coerenti.

Tutto ciò da spessore alla trilogia, ma ci sono anche dei punti deboli. Io ne ho trovati essenzialmente due.

1) Il ritmo. Hugh Howey dimostra di avere molta conoscenza in merito agli aspetti tecnici del romanzo, ma spesso affatica la lettura con dei dettagli che la rallentano notevolmente. Soprattutto nel primo libro (Wool) le azioni di Juliette vengono descritte passo per passo, tanto che, facendo un'analisi dell'insieme, vengono spese molte pagine per poche situazioni e sviluppi.

2) Personaggi secondari appena abbozzati. Mentre per i protagonisti (Juliette, Donald, Charlotte e Lucas) si va molto in profondità, sviscerando la loro vita e la loro psicologia, per tutti gli altri il lettore ha in mano poco niente. Di molti personaggi non viene detto nemmeno l'aspetto fisico, ma si conosce solamente il nome. Questo genera confusione e non aiuta la fantasia. Ci troviamo molti nomi buttati fra le pagine con molta superficialità, così che abbiamo una Sharon che compie (per esempio) azioni molto importanti, ma che sappiamo a malapena chi sia.

Ad ogni modo, consiglio la lettura di tutti e tre i romanzi. Seppur il primo, anche se bello, possa risultare un pochino pesante, il secondo volume spezza la narrazione cambiando ambientazione e personaggi. Questo permette al lettore di respirare, di riordinare le idee e di godersi il finale, con il terzo, in completa serenità.

Dategli quindi una possibilità, anche perché, tra l'altro, a breve dovrebbero produrne il film, per la regia di Ridley Scott.

Voti:

Trama: 8

Ambientazione: 10

Personaggi: 6

Stile: 7,5

Finale: 8

Totale: 8


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